Politica Locale

Carbon la proposta PD: subito la bonifica poi meno case e un parco urbano a disposizione dei cittadini

La grande attenzione che gli ascolani stanno dando all’area carbon in occasione delle giornate FAI, è l’emblema di quanto questa fabbrica sia stata importante nella storia della città di Ascoli Piceno (e non solo) e quanto strategici siano la bonifica e il recupero della stessa.
“Il Partito Democratico della città di Ascoli Piceno sin dagli anni della chiusura della fabbrica (già dal 2007)” commenta il segretario provinciale dem Ameli “porta avanti la proposta di bonificare il sito e poi di farlo diventare un grande parco urbano, o comunque, in subordine, uno spazio a destinazione pubblica che sia a servizio del cittadino.”
“Una soluzione concreta” prosegue “che ora sembra trovare sponda anche da chi ha finalmente smesso di seguire le sirene di progetti inattuabili e volti solo a generare volumetrie e cementificazione inutili in una città in cui il numero di abitanti continua a diminuire. Si è perso molto tempo prezioso e conseguentemente occasioni importanti seguendo le illusioni tirate fuori dal cilindro ad ogni scadenza elettorale da chi non ha mai cercato e trovato soluzioni davvero percorribili.”

“Dopo quasi 15 anni, finalmente” dichiara soddisfatto Ameli “l’amministrazione guidata dal sindaco Fioravanti sembra aver cambiato idea rispetto ai suoi predecessori, accogliendo e condividendo di fatto la nostra proposta iniziale che mirava a ridurre il più possibile la parte edificabile dell’ex area industriale (oggi residenziale e commerciale) per creare un grande parco pubblico attrezzato.”

“Noi all’epoca lo chiamammo “Central Park” ricorda Ameli “il Sindaco Fioravanti ha parlato di Villa Borghese poco importa: nella sostanza registriamo una sostanziale volontà comune di procedere verso quella che davvero può essere una rivoluzione. Se l’amministrazione comunale si attiverà, percorrendo la via maestra senza indugi, troverà nel Partito Democratico un valido sostegno. “ “Siamo anzi disposti a creare un luogo fisico di discussione sulle possibili soluzioni da trovare” avanza Ameli “a tal fine invitiamo la proprietà a coinvolgere le parti politiche e sociali al fine di creare un “tavolo” di dialogo così da poter dare al progetto, con le caratteristiche sopra illustrate, il massimo consenso e partecipazione dal basso”

“D’altronde è evidente come sia cambiato il contesto socio economico” analizza il capogruppo dem “il sisma prima e i bonus edilizi, di certo non incentivano la realizzazione di ulteriori volumetrie in una città a costante calo demografico.”

Non lesina critiche però all’immobilismo delle istituzioni regionali e comunali con un chiaro riferimento
all’assessore Castelli ed al sindaco Fioravanti. “La Carbon deve però entrare a far parte a pieno titolo del
progetto strategico di rilancio per la città e per il territorio: se infatti si è scelto di rilanciare con i fondi PNRR
il centro storico, penso che altrettanto debba essere fatto per l’area carbon che già negli anni 70 era
destinata a verde pubblico. Il treno sta passando ed il rischio è quello di perdere un’occasione storica. Le
risorse messe a disposizione dai governi a guida PD non possono non essere “colte” e gestite in maniera
non adeguata. “
“Certo è che se le ultime occasioni perse per la Carbon sono stati i siti orfani ed fondi CIS dove la Regione
Marche ha scelto di finanziare l’area con i fondi PNRR, l’ultima è stata quella di capitale della cultura.
Riguardo i “siti orfani” infatti, la Regione Marche è stata l’unica regione a non individuare aree da bonificare
e mettere in sicurezza e pertanto non ha avuto alcun contributo da parte del governo a valere sui fondi
PNRR. Con il CIS la Regione Marche ha invece scelto di destinare interventi da 50 milioni di euro sugli impianti sciistici del maceratese, non mostrando minimamente interesse invece per la rigenerazione urbana della Carbon che invece poteva essere la vera innovazione per il territorio e poteva entrare quindi a pieno titolo nella progettualità presentata per la Capitale della Cultura.”

“Ma purtroppo la dotazione di 160 milioni di euro è stata dilapidata politicamente da una giunta regionale che in maniera arbitraria ha fatto scelte volte solo a catturare consenso a buon mercato per qualche carriera politica personale dimenticando il Piceno. Le amministrazioni pubbliche però parlano con gli atti concreti e non solo con dichiarazioni di buona volontà” conclude Ameli “se da parte della giunta Acquaroli i fatti hanno dimostrato il suo disinteresse per la città di Ascoli Piceno, dal comune ci aspettiamo un gesto concreto che dia il via ad una nuova stagione per la città.”

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